Architetti Bianchi Clerici | Galleria Camminata – via Camminata 3D, 6500 Bellinzona

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Ampliamento dell'Istituto Miralago

Nuovo edificio nel complesso di stabili esistenti
Concorso 2017, 1°premio – 1°rango;
Realizzazione 2019/2022
Brissago

Committenza: Fondazione Famiglia Ireneo e Giovanna Rinaldi
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni
Fotografie: Alexandre Zveiger

La proposta progettuale si fonda su di un solo gesto. Grazie a quest'impostazione si ridefinisce il rapporto fra il terreno e la via Crodolo e si determina la maggior superficie possibile di piano alla quota del giardino esistente. Questo segno si concretizza in un fronte in sasso e roccia coerente con le tipologie costruttive che contraddistinguono questa impervia porzione di sponda del lago Maggiore.

L'edificio, che si snoda intorno alla nuova superficie in piano, s'insedia in posizione avanzata, verso il lago. La costruzione si sviluppa su due livelli principali: il primo ospita le camere ed i servizi ed è orientato verso il lago; il secondo ospita il soggiorno, l'atrio e la cucina e, pur mantenendo il rapporto visivo con il lago, si orienta verso sud ed il giardino.

Il nuovo ampio spazio in piano, utilizzabile per attività esterne e fruibile anche da persone con difficoltà motorie, diventa il fulcro di tutti i percorsi. Dalla piazzetta si snodano tutti i collegamenti esterni che offrono agli ospiti un percorso continuo da e verso tutti i livelli del giardino: anfiteatro, pergola, piazzetta e zona di prato.
La nuova piazzetta Miralago è da intendersi come percorso sensoriale che permette agli ospiti, anche se su sedia a rotelle, di raggiungere l'aiuola fiorita, di arrivare a toccare l'acqua della fontana, di procedere fino al belvedere. Come indicato dal bando di concorso, è garantito il collegamento con gli altri due stabili attraverso percorsi piani e coperti.

È prevista la posa di un ascensore montaletti di dimensioni generose che mette in comunicazione la strada con il soggiorno, passando attraverso tutti i livelli dell'edificio. Attorno al volume costruito si articola inoltre una scala che permette di collegare la quota strada con tutti i livelli interni ed esterni, nonché con il piazzale dei fornitori.

Camere e servizi occupano un unico piano. Questa scelta, oltre a garantire un migliore controllo degli ospiti, consente di compattare il volume costruito e permette una maggiore economicità, oltre che di costruzione, pure d'esercizio. Le camere, inoltre, possono godere della vista lago, dello stesso orientamento ed hanno medesima configurazione.

Il soggiorno, aperto sul lago e sulle isole di Brissago, è orientato verso la piazzetta ed il giardino. Una superficie vetrata apribile determina una soluzione di continuità fra interno ed esterno. Lo spazio del soggiorno è protetto dal sole grazie ad avantetti sporgenti.

La presenza della strada cantonale, confinante con il terreno di progetto, obbliga a porre particolare attenzione alla questione dell'inquinamento fonico. Si propongono, come elementi risolutivi, due semplici espedienti architettonici: finestre apribili perpendicolari alla strada e quindi al rumore, e l'utilizzo di pannelli di facciata.

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Casa Picci

Riattazione con ampliamento e sopralzo di casa esistente, realizzazione di tre appartamenti indipendenti, piscina e box interrati
Progetto 2012/2016
Realizzazione 2014/2017
Como

Committenza: privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Progetto del verde: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Fabio Fasana
Ingegnere elettrotecnico: Fabio Latte
Ingegnere RCVS: Andrea Sesana
Fisica della costruzione: Andrea Sesana
Direzione dei lavori: architetti Bianchi Clerici

Piani: architetti Bianchi Clerici
Modello fisico: architetti Bianchi Clerici
Fotografie: architetti Bianchi Clerici

L'ampio lotto di terra in forte declivio si orienta verso un panorama, forse il migliore, del lago di Como. Da questa posizione ci si accorge di quanto siano le montagne a definire la sagoma del bacino. La superficie orizzontale dell'acqua enfatizza l'andamento curvilineo dei versanti, si insinua in valli e vallette, i crinali si tuffano. I rilevi partono aspri dall'alto lago, poi scivolano fino a diventare morbidi per far da sfondo alla città; quest'ultima si siede sulla sponda sud del suo braccio, con le gambe a mollo.

Addosso alle finestre, sui lati, i rami di un faggio pendulo da una parte e di un'araucaria dall'altra bucano i vetri per farsi spazio all'interno delle stanze.

Prima dell'arrivo degli architetti, la casa esistente di circa dieci metri per lato, si sviluppa su due piani ed è coperta da un tetto a quattro semplici falde; l'edificio si dispone al centro di un giardino di millecinquecento metri quadrati

Oggi la casa si sviluppa su tre piani, in ognuno un appartamento di taglio ampio. Piscina con solarium e nuovi spazi di posteggio coperti e scoperti. Il tetto è il piano attico, al volume originario se ne sono aggiunti altri due: quello dei soggiorni vetrati e quello di vano scale, ascensore, impianti.

Gli appartamenti di primo e secondo piano vivono del contrasto fra la zona notte chiusa nel perimetro dell'edificio originario e la zona giorno aperta sullo strapiombo. Dall'ingresso al soggiorno si attraversano gli spazi in progressione: prima si è stretti nel lungo corridoio poi la vista si apre e scopre il paesaggio.

Il piano attico è invece una vera e propria penthouse aperta a trecentosessanta gradi verso il cielo. Non ha pareti ma solo soffitto e pavimento, può contare su una terrazza di settanta metri quadri. Lo spazio di vita ruota intorno al nucleo dei servizi. Non è individuabile con precisione il perimetro dei locali, l'uno si getta nell'altro senza che ce ne si accorga.

Prima con l'ascensore, poi attraverso una scala esterna, paravento e scultura assieme, si raggiunge la zona piscina, realizzata sul tetto dell'autorimessa interrata.

Alla casa esistente, costruita con possenti muri di pietra, si aggiungono muri e solai in beton facciavista colorati in pasta, alle volte rivestiti con pietra di Moltrasio. All'interno inedite tappezzerie in beton bianco portano impresse per sempre le sagome fossili di foglie vere. I pavimenti sono realizzati con marmi di diversi colori, posati alla palladiana, a formare disegni e tappeti.

L'edificio è in grado di cavarsela da solo: una volta terminata la costruzione, grazie agli impianti geotermico, solare termico, fotovoltaico, ventilazione controllata e condizionamento, coordinati attraverso una gestione domotica, l'edificio può essere a tutti gli effetti considerato come energeticamente indipendente.

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Centro Ingrado

Edificio multifunzionale
Concorso a procedura aperta 2021, 1°premio – 1°rango
Realizzazione 2022 – in corso
Bellinzona

Committenza: Ingrado, servizi per le dipendenze
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Ingegnere elettrotecnico: Mawi energie SA
Ingegnere RCVS: Mawi energie SA
Fisico della costruzione: Andrea Roscetti
Direzione dei lavori: architetti Bianchi Clerici

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa

Il nuovo stabile si inserisce in una pianificazione di ampio respiro che prevede la riqualifica completa del viale Portone. Il mappale oggetto del concorso è stretto fra il promontorio di Catelgrande a Sud Est e il quartiere residenziale Vela a Nord Ovest. Le due realtà urbane hanno carattere opposto: nel primo caso l’affaccio è diretto sulla strada di grande transito come pure verso la vista del castello, nel secondo caso l’edificio si apre verso un tranquillo e soleggiato àmbito residenziale composto da edifici compatti e attorniati da vegetazione. Il progetto tiene conto di queste diverse “anime” del lotto, per ragioni legate all’orientamento, al soleggiamento e per questioni relative al rumore.

Il Pianificatore impone un lungo fronte di edifici contigui, allineati in pianta e di pari altezza, interrotto unicamente dagli accessi alle strade di quartiere. Il gesto si materializza in un muro edificato che determina un limite a protezione del quartiere residenzale e, insieme, fa da contrappunto al fronte continuo già esistente sull’altro lato del viale.

L’arretramento della costruzione dalla strada è stabilito in modo da permettere la realizzazione di un largo maciapiede, con vincolo di arredo. Quest’ultimo verrà qualificato con la posa di una pavimentazione continua in dadi di pietra del colore caratteristico della città. Il disegno del suolo travalica le strade di accesso al quartiere stabilendo così l’importanza primaria del percorso pedonale rispetto a quelli veicolari lenti.

Per ragioni tecniche come pure autorizzative legate alla quota altimetrica di falda, gli stabili già edificati sul viale e provvisti di interrato, hanno quote di accesso leggermente rialzate rispetto al livello del viale, da questa riflessione né è scaturita l’idea di una rampa quasi sospesa dal suolo che porta direttamente all’accesso. L’edificio si compone di un piano seminterrato e di tre piani fuori terra. Esso è composto da diverse funzioni di carattere abitativo, di lavoro e di riposo. Di conseguenza è necessario che il volume rifletta all’esterno le diverse funzioni contenute al suo interno, seppur mantenendo un linguaggio in sé coerente. La scelta di utilizzare materiali naturali come, il beton facciavista e il legno per le protezioni solari, restituisce un’immagine amministrativa senza tradire la funzione abitativa.

Al piano interrato è prevista l’autorimessa, gli spogliatoi, l’archivio e i locali magazzino; al piano terra la sala da pranzo con relative cucine, le aule e lo spazio per il tempo libero; al piano primo trovano posto i laboratori, al secondo camere e uffici e al terzo livello altre camere e una generosa zona comune. Il nuovo edificio è studiato in modo tale da permettere la certificazione secondo lo standard Minergie.

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Nuova Casa Comunale a Losone

Casa comunale
Concorso a procedura aperta 2019
Committenza: Comune di Losone
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti
Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Il perimetro di concorso comprende un’ampia area localizzata fra il nucleo di San Rocco e la via Municipio. Sull’area si collocano edifici di interesse pubblico quali la chiesa di San Rocco, l’attuale Casa comunale e l’ex scuola dell’infanzia che continuerà ad avere una funzione pubblica. Le differenti quote di impostazione degli edifici esistenti e dei rispettivi spazi esterni determinano oggi una realtà frammentata nella quale gli edifici di interesse pubblico risultano scollegati tra loro. Inoltre, l’area è divisa a metà dal prolungamento della contrada San Rocco verso nord-est.

L’attuale disegno dei suoli non chiarisce le relazioni fra gli edifici e non determina uno spazio pubblico riconoscibile e funzionale. A ciò si aggiunge che l’edificio della chiesa, pur avendo, grazie alla sua mole e alla posizione soprelevata, un ruolo dominante sull’area, volge le spalle all’attuale Municipio e si apre viceversa verso il nucleo e la Contrada.Il progetto si propone di ridefinire le relazioni fra gli edifici esistenti attraverso la creazione di un ampio spazio libero, centrale all’area di concorso, con funzione aggregativa, multifunzionale e versatile; zona di sosta verso la quale convergono i percorsi pedonali.

La nuova piazza si posiziona ad una quota altimetrica media fra il vicolo dei Tigli (e la chiesa di San Rocco) e la via Municipio. Lo spazio pubblico è definito attraverso esistenti e nuovi manufatti; inoltre, la posizione soprelevata rispetto alla via Municipio chiarisce la vocazione aggregativa e pedonale del luogo. La piazza è compresa a ovest dal prolungamento del muro di sostegno della via Mondine - vicolo dei Tigli. Il disegno della nuova porzione di muro comprende un sistema di rampa e scala che consente di raggiungere la chiesa di San Rocco e il nucleo; inoltre, l’estensione del manufatto in larghezza, la convergenza dei percorsi verso la Contrada e il filo superiore orizzontale del muro definiscono un basamento su cui poggiare la chiesa. Questa scelta dà risalto all’edificio sacro senza però proporsi come un vero e proprio sagrato, soluzione incompatibile con il lato dell’abside e peraltro spazio già esistente verso il nucleo.

A Nord la nuova casa comunale chiarisce il limite del comparto, posizionandosi lungo il confine di costruzione; a Sud la piazza raggiunge il fronte di accesso della ex Scuola dell’Infanzia. A Est l’edificio dell’attuale casa comunale è connesso alla piazza attraverso un parco in lieve pendenza. Le alberature dense, oltre alla funzione di filtro acustico rispetto alla via Municipio, determinano un contorno adatto alle funzioni che si intendono in futuro collocare nell’edificio esistente.

Nella piazza trovano luogo le attività esterne: uno spazio coperto e ombreggiato di ampiezza variabile con relativi locali di supporto adatto all’organizzazione degli eventi promossi dal Comune, una zona gioco per i bambini, una fontana gioco estivo che vuole anche dare risalto alla chiesa, un campo da bocce e sedute ombreggiate per la popolazione. L’accesso veicolare alla piazza, per manutenzione e carico-scarico, è garantito dalla via Municipio attraverso la porzione di Contrada.

La nuova Casa Comunale si dispone sul limite sud del comparto e si compone di due piani fuori terra, un piano seminterrato dedicato interamente ad autorimessa e una porzione di piano interrato destinata ad archivio e locali tecnici. Al piano terra, a contatto diretto con lo spazio pubblico esterno, sono disposti gli uffici accessibili al pubblico e la sede della polizia, anch’essa provvista di sportello.

L’atrio di accesso, dalla forma allungata e con funzione pure di sala d’attesa, permette di accedere ai vari servizi, chiudibili, all’interno dei quali è possibile muoversi attraverso circolazione dedicata. Al primo piano sono organizzati gli spazi amministrativi del Municipio e i locali di rappresentanza.

Dall’autorimessa è possibile raggiungere la piazza attraverso una scala coperta o un ascensore, utilizzabili anche negli orari di chiusura al pubblico del Municipio. sL’accesso principale all’edificio avviene attraverso il portico lineare aperto sulla piazza.

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Riqualifica Area Ex Macello a Lugano

Edifici di interesse pubblico
Concorso a procedura aperta in due fasi 2020

Committenza: Comune di Lugano
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa

Il comparto dell’ex macello di Lugano si compone di un insieme di edifici con caratteristiche simili, disposti a distanza ravvicinata, in alcuni casi connessi attraverso portici coperti. Si può intendere l’insieme come un unico grande edificio compreso nel perimetro che lo definisce, composto da spazi interni ed esterni nel quale ci si muove attraverso percorsi coperti e scoperti. L’identità del comparto, e il suo valore storico, sta proprio nella composizione a “cittadella”, un “paese” nella città.

La caratteristica impostazione, a suo tempo necessaria per ragioni funzionali al “tipo” di edificio, diventa oggi un’opportunità: sulla base dell’impostazione planimetrica originale, il progetto rinforza il perimetro edificato e quindi l’impianto originale che ne determina l’identità.

Il progetto si compone con il piano terra avente le funzioni pubbliche: quali sale eventi e esposizioni, affiancato dal portico che determina il fronte di ingresso dalla nuova piazza. Sotto il portico trovano spazio le sale riunioni ed eventi e i servizi di supporto. L’ampia nuova piazza protetta accoglie eventi all’aperto; il bar e circolo letterario, con doppio affaccio verso il parco e la “cittadella” posizione vantaggiosa per godere di spazi esterni dedicati e in diretto contatto con le sale espositive; gli spazi passanti con contenuti commerciali ed atelier, affacciati sia sulla riqualificata via Parini che verso la “cittadella”; e lo spazio comune di aggregazione con servizi dedicati provvisto di area esterna protetta per gli studenti e accesso separato agli spazi di coworkig e costudying.

Inoltre al piano terra trovano posto, al coperto, i posteggi per le biciclette e gli spazi esterni, si dividono in una nuova grande piazza per eventi e manifestazioni all’aperto; diverse piazzette e stradine pedonali di nucleo pavimentate a arredate con sedute e fontane negli spazi interstiziali fra edifici della “cittadella”; e l’area verde ombreggiata quale spazio relax, priva di percorsi di attraversamento perché da intendersi come spazio di sosta. Nel parco convivono, all’ombra dei grandi alberi, poggiate su piattaforme, la zona tavolini del bar, la sala lettura all’aperto e l’area di svago.

Al piano primo si inseriscono funzioni semi-private e private tra cui l’area ristorante e sala lettura tranquilla, e gli alloggi per studenti, tipologia di 2.5 locali e appartamento di 10 unità singole con servizi in condivisione; trovano inoltre luogo spazi per attività culturali e ricreative; gli uffici per l’amministrazione del comparto; e diversi spazi modulari per cooworkig e coostudying, con area esterna dedicata e riparata.

Al piano secondo e terzo si trovano esclusivamente funzioni private come gli alloggi per studenti con servizi in condivisione al piano secondo. Depositi, lavanderia e tetto giardino dedicato al piano terzo; oltre che camere singole con servizio privato e appartamenti studio con angolo cottura al piano secondo.

Il progetto prevede l’accostamento in pianta come in sezione di porzioni di edificio agli stabili storici. I nuovi volumi si connettono all’esistente arretrandosi dal perimetro della “cittadella”per restituire intatta alla città l’immagine identitaria del luogo, e viceversa avanzando verso i fronti interni degli edifici esistenti per creare delle zone porticate di attraversamento del comparto e parimenti per riqualificare gli ingressi agli stabili.

Inoltre la proposta include il risanamento degli edifici esistenti con mantenimento delle caratteristiche peculiari, ripristino dei fronti e dei colori originali.La vista della “cittadella”, pure percorrendo il viale Cassarate, è mantenuta: il nucleo centrale con il camino e l’edificio di accesso, icone della “cittadella”, restano in primo piano nonostante si aggiunga un edificio parallelo al fiume a definire la nuova piazza a Sud. I nuovi edifici propongono forme neutre così da lasciare in primo piano il linguaggio architettonico caratteristico degli edifici storici.

Il nuovo portico di accesso agli spazi espositivi determina la nuova facciata sulla piazza. In questo caso il progetto utilizza forme identitarie che ripropongono gli andamenti delle coperture diventando elemento primario di connessione fra la piazza a sud e le sale espositive, nucleo dell’intero sistema.

PIQUADRO / PETRONILLA / PALAFITTA

Ai piedi di una vallata, conosciuta per i suoi vigneti, troviamo una città urbanizzata, Bioggio. Il terreno, situato in un area verdeggiante, ha il pregio di essere libero da costruzioni, permettendo la creazione di terrazzi e spazi esterni privati per ogni abitazione. Per i tre lotti edificabili, confinanti tra loro su di un lato, è stato dato incarico agli architetti da parte degli acquirenti privati di realizzare e studiare un progetto ad hoc per soddisfare tutte le esigenze delle famiglie.

Essendo il terreno di nuova lottizzazione l’impostazione dei tre progetti è quella di realizzare degli edifici con un perimetro chiaro e correttamente orientato in modo delineare lo sviluppo del nuovo insediamento. Oltre a questo lo studio si è concentrato anche sulla disposizione degli spazi esterni alle recinzioni (parcheggi su strada, bucalettere e verde pubblico) per disegnare il nuovo fronte nella strada di quartiere.

I nuovi riferimenti dimensionali, ordientativi e geometrici sono stati la base per la realizzazione delle case che hanno come comune denominatore la volontà di non stravolgere l’orografia del terreno su cui poggiano. Per questo l’occasione di seguire contemporaneamente i tre progetti ha permesso di mantenere i medesimi caratteri per lo studio dei nuovi edifici, creando cosí un insieme di architetture che parlano tra loro e si rispettano. Il filo conduttore si traduce nella pratica con il progetto della Casa Piquadro – appoggiata al terreno; la casa Petronilla – in parte a sbalzo e la Casa Palafitta – completamente sospesa e affacciata verso il lago di Lugano.

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CASA PIQUADRO

Casa unifamiliare
Progetto 2021/2022
Realizzazione 2022 – in corso
Bioggio

Committenza: Privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: M. Galli physARCH sagl

Piani: architetti Bianchi Clerici

La committenza richiedeva una villa per due nuclei familiari riservata agli occhi degli esterni e allo stesso tempo con un importante rapporto con il giardino e la bella veduta. A tale domanda la risposta degli architetti è stato un edificio pensato come una scatola di beton, chiuso ai lati per garantire la privacy e aperto verso la valle, in questo involucro trovano spazio, su due piani differenti, i due glassbox contenenti le abitazioni dei committenti. L’involucro presenta parti in lamiera forata, che garantiscono il senso di protezione e privacy e allo stesso tempo permeano luce e aria. Cosi facendo, l’osservatore ha l’impressione che si tratti di una unica villa monofamiliare. Questa composizione offre a entrambe le abitazioni uno spazio esterno generoso: al piano terreno l’ampio salone living si affaccia sul portico, sul giardino e sulla piscina; internamente sono disposte la suite, 2 camere, 3 bagni e le zone di servizio. Il glassbox del piano primo invece si apre sul terrazzo che lo abbraccia sui tre lati e si affaccia, dalla posizione di rilievo, verso la vallata. Il terrazzo si sviluppa su due livelli sfalsati: in quello superiore è posizionata la vasca idromassaggio e un grande taglio nella copertura offre il rapporto con il cielo. Al piano primo l’abitazione sviluppa il living e verso valle e si rapporta con l’esterno grazie alla vetrata scorrevole lunga 15 metri. Verso monte sono posizionate le zone di servizio, la suite e la sala dei massaggi.
Nel livello intermedio è posizionata l’autorimessa per 4 auto.

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CASA PETRONILLA

Casa trifamiliare
Progetto 2021/2022
Realizzazione 2022 – in corso
Bioggio

Committenza: Privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici

In questo progetto la quota di appoggio si pone a un livello intermedio e il complesso è posizionato al centro del mappale. Il progetto ha un volume pulito e chiaro organizzato su un unico piano con tre appartamenti. Ognuno di essi gode di un doppio affaccio verso l’esterno grazie alla presenza di balconi. L’accesso avviene dal patio dal quale si può raggiungere il piano inferiore e costituisce il cuore della costruzione. Questa zona di distribuzione ha anche la funzione di apportare luce all’interno di spazi discostati rispetto alle facciate. L’appartamento rivolto a sud, di metratura maggiore rispetto agli altri, si affaccia interamente sul giardino che presenta anche una piscina. In facciata i vari locali si contradistinguono dalle differenti dimensioni delle aperture. Inoltre, questo appartamento, gode di un camminamento e un secondo accesso semi privato che si viene a creare con la realizzazione di un muro di controriva. Le altre abitazioni - rinoscibili in facciata grazie alla leggera varietà cromatica - di dimensioni più contenute, si affacciano su due lati distinti della costruzione permettendo così più privacy tra gli inquilini. La creazione di una lato compleatamente porticato restituisce la sensazione di uno spazio che continua anche oltre la “barriera” vetrata.

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CASA PALAFITTA

Casa monofamiliare
Progetto 2021/2022
Realizzazione 2022
Bioggio

Committenza: Privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici

Sempre a Bioggio ha luogo anche il terzo lotto di progetto. L’idea è in linea con la decisione, presa dagli architetti anche per gli altri lotti di progetto, di limitare l’alterazione del terreno al minimo. Questo punto di partenza si sposa con la richiesta della committenza di avere una casa importante interamente disposta su un unico piano. Gli architetti hanno creato un volume semplice che sembra fluttuare e sospendersi verso il pendio. Questo grazie al gioco dei volumi e delle ombre generanti chiari-scuri che distorcono la percezione del fruitore armonizzando ancora di più il progetto e rendendolo apparentemente semplice, infatti quello che da fuori pare essere un volume massiccio è in realtà una casa a corte. Il progetto si articola come anticipato su un unico piano abitativo, e adotta il principio delle corti: i 200 metri quadri interni sono ugualmente destinati alle zone giorno e di ricevimento e alla zona notte. Centralmente sono invece disposti i quattro bagni illuminati da due piccole corti verdi su cui si aprono le docce.

Le camere sono 4 e affacciano tutte sul giardino esterno grazie alla lunga finestra a nastro che attraversa il prospetto e si concludono con la lavanderia di servizio. L’area dedicata al giorno si compone di diverse zone: un comodo ingresso, il salotto formale , l’area camino e la sala da pranzo sono tra loro interconnesse e finemente illuminate dalla vetrata lunga 17 metri che si affaccia sulla corte interna e sul comodo terrazzo coperto. Verso la valle è invece posizionata la cucina il cui piano lineare da 10 metri fa da cornice alla vista panoramica che dalle aperture spazia verso il lago di Lugano. Seguendo il pendio troviamo l’autorimessa, lo spazio hobby, i locali tecnici e la zona del barbecue con relativo spazio dedicato per le feste.

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Casa Prua

Casa unfamiliare
Progetto 2020-2021
Vira Gambarogno

Committenza: Privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Progetto del verde: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa

Caratterizzato dalla sua forte pendenza, il terreno è rivolto verso il lago Maggiore e le Bolle di Magadino. Situato tra il bosco alberato con un piccolo riale ad ovest ed un ampio terreno agricolo a sud, il mappale si trova immerso nel verde e allo stesso tempo gode di una vista privilegiata. Il progetto viene ad integrarsi nella topografia, creando terrazzamenti che permettono un continuo rapporto diretto con il bosco e con la vista verso il lago. Inoltre le sistemazioni del terreno naturale è ricca di camminamenti esterni natuali atti a raccordare le curve di livello attuali, permettendo di poter percorrere il terreno da nord a sud. La villa è progettata interamente per rispondere alle precise esigenze dei committenti e si organizza con l’ingresso a nord, nel punto più basso del mappale – al piano strada – dove trovano posto i 4 posti auto e i depositi. Dall’ingresso si prosegue tramite il vano scale che affronta la topografia del terreno e permette di accedere al piano primo, dedicato agli ospiti e alle zone di servizio. Una galleria per le opere d’arte conduce alla scala verso il piano secondo (primo padronale) che emerge dalla sezione orografica con un volume indipentente, contenendo il salone a doppia altezza con la vista migliore del lotto, la sala da pranzo leggermente sfalsata, la comoda cucina e una zona di servizi. Gli architetti hanno utilizzato la copertura del volume sottostante, che contiene la zona ospiti, per creare un giardino pensile al piano padronale, che si disponde con un ampio portico, una zona barbecue e solarium, completata da una infinity pool a caduta sul lago. La doppia rampa sospesa sulla valle a ovest porta al terzo livello (secondo padronale) dove è progettata la zona notte. La galleria dispone gli spazi dedicando parte del piano alle camere singole con relative cabine, studio e bagno; la parte frontale, letteramente in volo sopra al lago (la quota raggiunta supera i 15 metri dal piano stradale) è interamente dedicata alla suite padronale, e si articola con la camera trasparente ad angolo, doppia cabina armadio e doppio bagno dedicato per lui e per lei. Un comodo ascensore, strategicamente posizionato, permette di raggiungere comodamente tutti i livelli della villa.

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Casa Patio

Casa unifamiliare
Progetto 2014
Realizzazione 2015
Muzzano

Committenza: privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Progetto del verde: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Pianetti Eraldo
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti
Direzione dei lavori: Bondini e Colombo

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: architetti Bianchi Clerici
Modello fisico: architetti Bianchi Clerici
Fotografie: architetti Bianchi Clerici, Giampiero Pampuri

Il terreno è rivolto verso il profilo dei monti che dal S.Salvatore si allungano verso l'alto lago fino ad inquadrare il Brè.

La casa, stretta fra l'alto edificio esistente sul mappale e l'edificazione residenziale periferica al nucleo, si appoggia su un terreno in leggero declivio verso un laghetto.

Il difficile rapporto con l'imponente casa esistente sul terreno è risolto attraverso l'avanzamento della facciata principale del nuovo edificio fino al confine sud, soluzione che permette di portarla in primo piano nonostante il volume sia di gran lunga inferiore rispetto a quello dell'antenato coinquilino. Il progetto si distende occupando interamente la porzione di lotto e si affianca alla casa esistente con il rispetto dovuto alle persone anziane.

Il piano del tetto chiarisce le cose: intorno al patio si appoggiano quattro tetti di diverse forme, altezze e dimensioni. È proprio il vuoto centrale a legare il volume del soggiorno con quello del portico, poi con quello dell'autorimessa e con quello della casa esistente.

La casa, disposta su due piani, si compone di una zona giorno conviviale, luminosa, aperta sul tetto terrazza, e di una zona notte, raccolta intorno al patio interno, intima e privata. Questi due spazi di vita opposti e complementari hanno stretta relazione con il loro utilizzo e consentono di vivere l'edificio vuoi come una tana vuoi come un prato verde al sole.

Nella zona giorno, la luce invade lo spazio e pare di stare sempre all'aperto. La relazione senza soluzione di continuità fra interno ed esterno è ottenuta attraverso le superfici vetrate apribili sull'ampia terrazza belvedere.

Con il posizionamento della zona pranzo esterna coperta all'angolo opposto del soggiorno, si è obbligati a percorrere tutto lo spazio soprelevato senza mai potersi dimenticare (oltre che il sale e il pepe) di quanto sia ampio il respiro. La piscina monocorsia si attesta sul lato nord del perimetro del terrazzo e permette di fare il bagno sospesi nel vuoto. Attraverso due scale si scende nello spazio della corte; si passa dalla luce all'ombra.

Sotto la linea del sole sembra invece di star sempre al coperto.

Tutti i locali della zona notte si aprono unicamente verso il patio. Si tratta di star racchiusi ma mai rinchiusi. La corte aumenta il senso di nido, il senso di protezione, di far parte di un universo metafisico e, come tale, di un mondo privato e concluso in sé.

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Residenza Parco Morosini

Alloggi assistiti per anziani
Concorso a invito, 2016
Vezia

Committenza: AILA – Associazione italiana di Lugano per gli anziani
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Architettura del paesaggio: Officina del paesaggio – architetto Sophie Ambroise
Consulenza d'ingegneria civile: Lurati Muttoni Partner
Consulenza per la fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Il concorso, Bandito dall'Associazione italiana di Lugano per gli anziani, ha come obiettivo quello di individuare la soluzione progettuale planivolumetricamente più convincente fra le cinque proposte, al fine realizzare uno stabile di appartamenti assistiti per anziani – e meno anziani – accomunati però dall'esigenza di vivere in una struttura protetta e dotata di servizi ad accesso facilitato.

La proposta prevede la creazione di un villaggio nel parco e non di un semplice edificio. L'idea di realizzare un nucleo di case connesse tra loro e con le attività pubbliche e semi-pubbliche, riconduce alla vivacità del paese e consente di vivere il luogo riconoscendosi parte di una comunità, mantenendo allo stesso tempo indipendenza e individualità.

Ogni appartamento è a diretto contatto con il parco e tutti gli abitanti possono accedere direttamente ad ogni area esterna. Gli spazi esterni sono l'origine del progetto e si manifestano come aree dotate di differenti caratteristiche e funzioni.

A ogni piano di abitazione, gli spazi di circolazione si articolano intorno ad un chiostro porticato. Verso quest'ultimo si aprono, oltre agli alloggi, le lavanderie comuni, le cantine e i locali di deposito. L'altezza dei fronti interni, le proporzioni dei chiostri di distribuzione e le tipologie abitative consentono ai residenti di riferirsi a dimensioni architettoniche riconducibili al concetto di casa tradizionale, evitando l'effetto di “fuori scala“ tipico degli stabili di cubatura importante.
Le tipologie proposte sono di 2.5 locali o 2.5+1.5 locali con possibile connessione interna diretta

Verso la strada cantonale si aprono gli spazi con caratteristiche più pubbliche. Al piano strada, ad est, si collocano i nuovi negozi; al primo piano gli spazi adibiti a uffici e/o a studi medici. Il centro diurno, posto al piano più alto, domina il parco e può contare su un portico e su un'ampia terrazza per le attività di gruppo.

L'importante problematica del rumore è risolta senza nessun artificio o escamotage di tipo tecnico.

099
Casa Prefabbricata

Casa bifamiliare
Progetto di massima 2019

Committenza: Privata
Architettura: architetti Bianchi Clerici

Piani: architetti Bianchi Clerici

Il mappale, di forma rettangolare allungata, ha superficie di circa 500 mq. Sul mappale insiste un edificio ad uso abitativo, ad un piano, composto da un'unica unità immobiliare, da un accessorio contiguo all’edificio principale e un da un ulteriore piccolo edificio accessorio a confine. Il mappale si contraddistingue pure per la presenza di porzioni di muro di controriva a sostenere aree di manovra e posteggio al piano strada di accesso.

La via Mondonico, strada di piccolo calibro, determina il confine Ovest e che si trova in posizione rialzata di ca.2.50 metri rispetto all’ampio pianoro su cui sorge ora l’edificio, e definisce l’effettivo accesso pedonale e carrabile: attraverso una scala esterna, superando il dislivello, si raggiungono il prato e quindi l’edificio.Il terreno, di generose dimensioni e soleggiato, situato sul versante Ovest della val d’Agno, si trova in un contesto di case sparse e può contare su una vista aperta verso Est. Verso Sud, l’importante volume della nuova costruzione sul contiguo mappale, impedisce la vista verso il lago. A Ovest, verso montagna, oltre la via Mondonico, inizia la zona non edificabile contraddistinta da costruzioni rurali isolate e da vigneti.

Valutata e scartata per ragioni tecniche/energetiche la possibilità di sopralzare l’edifico esistente, si propone di demolire lo stabile attuale e di realizzare un edificio su tre piani, con tetto piano e orientamento privilegiato a Sud-Est, da attestare lungo la linea di arretramento sul confine Ovest del mappale. Sfruttando gli esistenti muri di controriva e prolungandoli fino a congiungerli, è chiarito il limite tra la zona soprelevata di natura “stradale” (di accesso e posteggio) e la zona ribassata del giardino. Nei punti di tensione fra i muri (esistenti e di progetto) s’inseriscono gli ingressi all’edificio e agli spazi esterni. La posizione dell’edificio in progetto permette di liberare un’ampia aera verde a Nord-Est, nelle immediate vicinanze della zona pranzo-cucina, inoltre le proporzioni dell’edificio e il suo sviluppo in lunghezza consentono di orientare ogni ambiente verso la vista aperta ad Est.

- Appartamento 5.5 locali, duplex, ai piani terra e primo (con accesso pure dalla quota strada al piano camere),
- Appartamento 3.5 locali, da reddito, al piano secondo, con accesso diretto dalla via Mondonico attraverso una scala esterna indipendente.

Al piano terra, il progetto propone di prolungare l’esistente deposito a confine verso il nuovo edificio per ospitare i locali tecnici, la lavanderia e la cantina. Quest’ultima costruzione, allineata verso montagna indicativamente nella corrispondenza dell’attuale muro di confine del portico, non implica lavori di scavo per la sua fondazione. Inoltre l’edificio principale, allineato alla linea di arretramento verso montagna, può essere fondato su parte di terreno più stabile, allontanandosi dal ciglio di valle.

106
Riqualifica di area pubblica e sistemazione posteggi

Spazi pubblici
Concorso a procedura selettiva 2019
3°premio

Committenza: Comune di Lugano
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Consulenza antincendio: Swiss Safety Center SA

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Oltre la riorganizzazione di aree funzionali di servizio nonché gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche per l’accesso alla Casa di quartiere, il bando prevede la realizzazione di uno spazio pubblico per il paese e l’integrazione di nuovi posteggi per auto, moto e biciclette. Il progetto propone di realizzare un blocco di posteggi seminterrati la cui copertura determina la nuova piazza.La realizzazione della piazza consente di godere da essa, verso nord, della vista della chiesa di san Siro e del sottostante nucleo, e verso ovest del panorama della valle.

Preso atto dello sviluppo del nucleo su più livelli, risulta doveroso che il progetto preveda posteggi alle stesse differenti quote, con una nuova autorimessa alla quota intermedia di connessione dal basso e dall’alto col nucleo stesso, nonché un sistema di percorsi di collegamento con gli esistenti accessi al nucleo ai livelli attuali. Nel rispetto e nella valorizzazione delle preesistenze, l’intervento così si caratterizza: altimetricamente, il livello della piazza si connette in piano col nucleo in corrispondenza del fronte principale di casa Laurenti, fronte che viene riqualificato tramite la creazione di una fontana a lame d’acqua verticale e la ripavimentazione della porzione; planimetricamente, la nuova piazza si colloca davanti all’ingresso della Casa di quartiere, anziché, come attualmente, in posizione arretrata rispetto al suo accesso. Come già in atto nei percorsi all’interno del nucleo, il progetto prosegue coerentemente nel disegno dei suoli. La piazza, libera da costruzioni, in parte pavimentata ed in parte arredata in forma di giardino pubblico accoglierà la scultura esistente mentre i contenitori interrati per rifiuti sono posizionati nella parte alta di via Municipio, in zona conveniente per le manovre di raccolta.

Il deposito comunale chiuso – accoppiato con la nuova cabina AIL – è collocato lungo la via Ceresolo, con area di sosta per il carico e lo scarico definita al margine della strada. Le esistenti aree di scambio dei veicoli vengono mantenute e, ad agevolare la circolazione, esse vengono integrate con altre disposte lungo il tracciato allargato delle strade. Gli spazi pubblici interni ed esterni sono ora privi di barriere architettoniche e quindi accessibili a tutti attraverso percorsi con pendenza massima del 6% cosí come l’accesso alla Casa di quartiere è garantito attraverso la realizzazione di una nuova rampa.

La semplice struttura in calcestruzzo in opera (travi – pilastri a lama) consente praticità di esecuzione nonché economicità di costruzione, in un contesto che risulta da rispettare anche durante le differenti fasi realizzative. La quota altimetrica di imposta della platea dell’autorimessa, quota scelta al livello più elevato possibile, permette di ridurre al minimo il volume di scavo, e di conseguenza il corrispondente importo d’intervento.

097
Scuola dell'infanzia a Lattecaldo

Asilo – due sezioni
Concorso a procedura aperta 2019

Committenza: Comune di Breggia
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Fisica della costruzione: Andrea Roscetti

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Il progetto per la nuova scuola dell’Infanzia si inserisce nel Centro scolastico di Lattecaldo, in un contesto naturale preservato, dall’orografia caratteristica e con lo sfondo potente della natura libera.L’edificio della Scuola Elementare, dallo sviluppo organico in pianta, si distende su gran parte di terreno edificabile determinando affacci e spazi esterni diversificati.Nella corrispondenza dell’area di accesso e di gioco a sud, lo stabile esistente si manifesta come un edificio a forma di “L”, che, insieme con la linea degli alberi degli attuali posteggi, delimita una sorta di cortile delle scuole.

Il progetto vuole preservare l’armonia di proporzioni e il soleggiamento dello spazio di gioco-accesso, mantenendolo inalterato: il nuovo edificio occupa l’area dell’attuale campo da basket, si allinea lungo il confine col bosco, determinando il limite del comparto delle scuole verso est e lasciando libera un’ampia zona di prato a sud-ovest.Il volume di nuova costruzione mantiene la geometria dell’edificio esistente; l’inclinazione della facciata est, parallela al limite di distanza dal bosco, manifesta la volontà dell’edificio di aprirsi pure verso il panorama della valle, rispondendo all’ orografia del versante sottostante.Dall’attuale zona di sosta del bus, ora allargata per agevolare la manovra di inversione, una nuova seduta di attesa che si alza a diventare un muro accompagna verso il portico di accesso della nuova Scuola dell’Infanzia: i due percorsi indipendenti di avvicinamento ad SE e SI, disposti ortogonalmente l’uno all’altro, sono chiariti dal portico esistente e dal nuovo muro di limite.

L’edificio in progetto si sviluppa su due piani fuori terra, ognuno con diverso orientamento:
- Piano terra a fronte del giardino di gioco a sud ovest, in posizione soleggiata e aperta;
- Piano primo con sezioni orientate verso il panorama della valle della Breggia con lo sfondo del paese di Caneggio;
- Al piano seminterrato, verso l’attuale campo da calcio, sono organizzati la nuova mensa della Scuola Elementare, la cucina e i locali tecnici.

Il progetto prevede la connessione coperta tra la nuova mensa e la Scuola Elementare.Le aree esterne della Scuola dell’Infanzia acquisiscono identità in funzione della loro posizione in stretta relazione con le funzioni degli spazi interni.Le forme della copertura ed i suoi materiali sono scelti per integrarsi ed armonizzarsi con il contesto naturale esistente: i profili delle cime ed il bosco. Inoltre il progetto reinterpreta le caratteristiche degli edifici esistenti volendo determinare un effettivo completamento contemporaneo del comparto.

L’edificio della nuova Scuola dell’Infanzia si sviluppa su due piani fuori terra e un piano seminterrato.Al piano terra, aperto verso il giardino di gioco a sud-ovest, è disposta l’aula di movimento, sono organizzati i due refettori, serviti da un ascensore con accesso diretto alla nuova cucina. Inoltre, accessibili da un portico a est, caratterizzato dalla vista verso il bosco, si trovano gli atrii e gli spazi per le cure igieniche.La zona riservata a insegnati e depositi, indipendente e diversamente orientata, è organizzata a Nord, in posizione panoramica.

Attraverso due scale, una per sezione, si può raggiungere, attraverso lo snodo degli spazi atrio, il primo piano.

Al piano più alto sono organizzati tutti gli spazi didattici.
Le aule tranquille si aprono verso le aree esterne progettate per poter essere utilizzate anche in condivisione fra le due sezioni.
Verso il panorama – che permette di riconoscere il territorio di appartenenza - è proposta la realizzazione del giardino didattico, organizzato attorno a orti accessibili; lo spazio didattico coperto, compatibile con le esigenze di realizzazione di un’aula esterna, si materializza progettualmente come un portico a Sud, provvisto di protezione solare e collegato, attraverso un percorso esterno, al giardino di gioco.

Al piano seminterrato, alla quota dell’attuale campo da calcio, sono organizzate la mensa della SE e la nuova cucina.Il collegamento con la scuola Elementare è garantito attraverso un percorso coperto allineato all’esistente muro di sostegno in calcestruzzo. Gli spazi principali possono contare su illuminazione e ventilazione naturali.
L’accesso per i fornitori, in posizione discosta e ribassata, dispone di una zona di carico e scarico coperta, nelle immediate adiacenze della dispensa e del locale office.

091
Polizia Intercomunale Malcantone Ovest

Edificio pubblico polifunzionale
Concorso a procedura selettiva 2018 – 3°premio
Caslano

Committenza: Comune di Caslano
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Consulenza per la fisica della costruzione: Ecocontrol SA

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Il terreno di progetto si colloca fra la strada cantonale e la ferrovia Lugano–Ponte Tresa alla confluenza di via Stazione, strada, quest'ultima, che costituisce l'asse principale di penetrazione verso il nucleo di Caslano.

Il luogo scelto occupa una posizione strategica, d'eccezione rispetto all'impianto urbano, e ciò in accordo con la particolarità del programma di edificio pubblico polifunzionale.
Il progetto architettonico si pone l'obiettivo di rendere l'edificio evidente quale “segno” nel territorio, identificando l'accesso al nucleo di Caslano per chi viaggia sulla strada cantonale e per chi scende dal treno e, insieme, aumentando la visibilità delle funzioni.
Questo risultato è ottenuto, sia in pianta che in alzato, sfruttando la massima disponibilità di spazio in accordo con i limiti di Piano Regolatore e realizzando cosi un volume di massima evidenza: lunghezza di facciata di massimi venticinque metri e area verde minima pari al quaranta percento della superficie del lotto.
La forma trapezoidale che ne deriva rafforza gli allineamenti con le infrastrutture di trasporto e costituisce la nuova “testa” dell'edificazione privata esistente sul comparto compreso fra cantonale e ferrovia.
La scelta della collocazione dell'edificio nella posizione più settentrionale possibile del lotto è stata determinata, oltre che per ragioni di maggiore profondità edificabile a disposizione, allo scopo di raggiungere l'obiettivo di mantenere aperta l'area prospiciente la chiesa, in modo da assicurarne il rispetto visuale. Lo spazio verde così generato svolge altresì funzione di snodo fra stazione, nuovo edificio e, attraverso il sottopasso, sagrato della chiesa.

L'edificio di progetto si sviluppa su tre livelli, ai quali si aggiungono un piano interrato ed un'ultima porzione di piano con funzione unicamente tecnico–impiantistica.

Tutti i posti auto trovano collocazione sotto l'edificio, in modo tale da assicurare la superficie minima a verde richiesta dal Piano Regolatore al piano strada.
L'autorimessa è divisa in due zone distinte fra loro: l'area di posteggio per i veicoli di servizio della Polizia e l'area esterna, ad uso pubblico e uffici.

Al piano terra trova posto il programma della Croce Verde.
Il garage delle ambulanze è in diretto collegamento con la strada cantonale per agevolare l'uscita in emergenza e dispone di un ampio spazio per la manovra di reingresso.
In adiacenza al garage si collocano tutti i locali di supporto all'attività.

Al primo piano si colloca il programma della Polizia Intercomunale del Malcantone Ovest.
Tutto il programma degli spazi si dispone su un unico piano, cui si accede attraverso due distinti ingressi, uno per il pubblico verso la zona di attesa e sportello e l'altro dedicato agli Agenti.
Il piano è funzionalmente diviso in tre zone: l'area uffici, l'area interrogatori e l'area del personale.
Le tre aree si attestano su diversi lati del nucleo centrale che contiene il vano scale, il vano ascensore, i servizi igienici e il locale deposito armi e apparecchi.
La circolazione fra le varie aree è assicurata da un percorso ad anello che circonda il nucleo centrale, con separazione fisica fra la parte praticabile al pubblico e quella esclusivamente destinata al personale.

Al secondo piano trovano sistemazione la Giudicatura di pace del Circolo della Magliasina nonché gli uffici.
Riproponendo lo schema funzionale dei piani sottostanti, gli uffici si articolano verso l'esterno dell'edificio, attorno al nucleo centrale dei servizi.

A lame, pilastri e solai in calcestruzzo armato per ottenere la necessaria controventatutra, si aggiunge il sistema di facciata portante metallica che, lavorando come facciata–parete, consente di realizzare sbalzi e luci importanti, idonei per la più corretta razionalizzazione degli spazi di programma.
Le facciate continue sono realizzate attraverso l'incastro fra i solai in calcestruzzo e i profili in acciaio, posati con passo costante lungo tutto il perimetro dell'edificio.
Verso l'esterno è previsto un secondo involucro di protezione composto da pannelli alettati in differenti configurazioni, con funzioni di protezione fonica, protezione solare e ventilazione.
Lo spessore occupato dalla struttura di facciata, contenuto fra le due “pelli”, costituisce un'intercapedine d'aria necessaria per evitare il surriscaldamento dell'involucro termico.

092
Scuola Dell'Infanzia Di Bioggio

Asilo – quattro sezioni
Concorso a procedura aperta 2018
Committenza: Comune di Bioggio
Architettura: architetti Bianchi Clerici
Ingegnere civile: Jelmoni ingegneria SA
Ingegnere RCVS: Visani Rusconi Talleri SA
Ingegnere Elettrotecnico: SPED – Studio Progettazioni elettriche De Lorenzi SA
Consulenza per la fisica della costruzione: Ecocontrol SA

Piani: architetti Bianchi Clerici
Immagini virtuali: Rosario Badessa
Modello fisico: Modelli Marchesoni

Il terreno oggetto del concorso, in parte occupato dall'edificio dell'attuale scuola dell'infanzia – in demolizione, si situa in posizione soprelevata sul versante Ovest della val d'Agno e gode di una vista aperta che spazia dal monte Boglia fino al lago. In primo piano il volume della chiesa di San Maurizio.
A livello morfologico, l'area di concorso si presenta come un terrazzo verde piuttosto profondo trasversalmente, diviso longitudinalmente in due zone poste su quote diverse: la porzione edificabile più in basso e il tetto verde della palestra esistente, non edificabile, in posizione dominante.

Il terreno è allineato sul lato nord ovest della piazza delle scuole, spazio pedonale compreso fra l'edificio delle elementari, il cimitero, la palestra e la chiesa di San Maurizio con la sua canonica.
Questo spazio di snodo, attorno al quale si attestano gli edifici pubblici maggiori, può essere raggiunto o dalla strada di servizio direttamente da via Valle Maggiore o tramite un percorso pedonale che collega il comparto con la strada cantonale attraversando il parco pubblico prima e il sagrato poi.

L'edificio di progetto è l'elemento conclusivo del percorso pedonale delle scuole nonchè snodo fra le diverse quote notevoli determinate dalla situazione di fatto: il livello della piazza, il livello del primo terrazzo cioè la quota d'imposta dell'attuale S.I., e il tetto esistente della palestra, inteso come zona pregiata di prato soprelevata con lo sfondo della vista del lago.
La posizione del volume nuovo edificio, insieme alla canonica, segna l'accesso Nord alla piazza delle scuole.

La posizione dell'edificio e il disegno delle sistemazioni identificano i punti di contatto del recinto dell'asilo con il contesto e chiariscono la priorità degli accessi verso la via Valle Maggiore e verso la piazza delle scuole.
Da via Valle Maggiore, attraverso il cancello, si accede al giardino e al portico sotto il quale sono disposti gli ingressi indipendenti delle sezioni.
La scala posta sulla facciata sud garantisce agli insegnanti e ai bambini accompagnati di poter raggiungere la piazza delle scuole e la palestra.
Dal piazzale delle scuole si accede direttamente al refettorio della scuola elementare e alla palestra. L'accesso alla palestra resta indipendente ma è garantito un collegamento diretto interno con refettorio e cucina.
Dalla via Valle Maggiore è previsto un accesso diretto alla cucina e alla dispensa, contiguo all'area di sosta per carico e scarico dei fornitori.

L'intenzione è rendere la superfice di concorso interamente fruibile per la scuola dell'infanzia, sfruttando i dislivelli presenti sull'area in modo che tutti gli spazi interni abbiano accesso diretto agli spazi esterni attrezzati.
L'edificio in progetto si sviluppa su tre livelli:
A contatto con la piazza si trovano gli spazi in diretta relazione con la scuola elementare. Lungo la strada di servizio, alla medesima quota, ci sono gli spazi della ristorazione, con accesso diretto da Via Valle Maggiore, coperto e in piano, per i fornitori.
A questo livello trovano posto pure i locali tecnici e il locale deposito del custode.
Con accesso diretto al piano da via Valle Maggiore, attraversando il giardino di gioco, si raggiunge il portico coperto che dà accesso alle quattro sezioni della scuola dell'infanzia. Verso il portico aprono le due aule di movimento, orientate verso il giardino di gioco.
In posizione arretrata, illuminati da Sud con una finestra a nastro, si dispongono gli spazi di supporto alla didattica.
L'area per gli insegnanti è in posizione discosta ma comunque baricentrica per il controllo degli accessi.
In posizione dominante, con orientamento sud-ovest e vista sul lago di Lugano, a contatto diretto con i giardini didattici, si allineano le quattro aule tranquille. Dagli spazi didattici si raggiungono i refettori, le zone per cure igieniche e i bagni.
I blocchi centrali di servizio beneficiano d'illuminazione zenitale, ottenuta attraverso lucernari integrati nei corpi tecnici sulla copertura, utili all'alloggiamento della tecnica di ventilazione.

Tutti gli spazi del nuovo asilo sono connessi fra loro in modo da evitare la sensazione d'isolamento in un unico locale; vogliono invece enfatizzare nei bambini l'impressione di trovarsi in un insieme di spazi, gli uni a contatto con gli altri, volti a facilitargli il raggiungimento degli obiettivi di vita, sia comunitaria, con certamente compresi gli aspetti di socializzazione, sia d'autonomia.

Tutti i livelli dell'asilo sono ad un piano terra, a contatto con i giardini.
La particolare situazione morfologica del luogo facilita la progettazione di spazi esterni diversificati e stimolanti senza la necessità di interventi costosi.
Il giardino di gioco è la naturale prosecuzione delle aule di movimento, attraverso il portico per il gioco coperto.
Il giardino di gioco è composto di una parte centrale di prato, da una zona con pavimento morbido per i giochi di legno (tetto della zona ristorazione della scuola elementare) e da un circuito per l'educazione stradale.
Integrati con le sistemazioni esterne, inseriti nel profilo dell'attuale volume del corridoio mensa-asilo, sono collocati i depositi dei giochi per l'esterno.

A contatto con il giardino didattico sono allineate le aule tranquille, aperte verso il panorama e provviste di ampie superfici in vetro protette dall'irraggiamento solare che, una volta aperte, consentono di stare all'aperto ma all'ombra.
I quattro giardini didattici si raggiungono attraverso un percorso esterno e si compongono di aree pavimentate e ombreggiate, di orti e zone a prato e sono provvisti di depositi per utensili da giardino.
Sfruttando l'impronta già presente si propone di mantenere un giardino didattico storico e di destinare l'area discosta a sud per ricreare un boschetto didattico provvisto di un percorso morbido che consenta di raggiungere la rongia.

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